Una giornata dedicata alla progettazione illuminotecnica ha visto protagonisti i paesaggisti AIAPP, con una visita alla sede Luce&Light e il workshop immersivo al Parco Rossi di Santorso (VI). Un’occasione per approfondire il dialogo tra luce e natura, esplorando soluzioni tecniche e scenari applicativi in un contesto storico e architettonico di grande suggestione.
La mattinata si è aperta con un tour guidato presso la sede L&L, dove i partecipanti hanno potuto conoscere da vicino la filosofia aziendale, i processi produttivi, i laboratori e le caratteristiche dei prodotti. Dopo un momento di formazione illuminotecnica dedicata al paesaggio e ai suoi elementi progettuali, il gruppo si è spostato al Parco Storico Villa Rossi, luogo emblematico del paesaggismo romantico, progettato tra il 1865 e il 1884 da Alessandro Rossi e dall’architetto Antonio Caregaro Negrin. Accompagnati dall’architetto e paesaggista Sophia Los e Renzo Priante, curatore del progetto di restauro, i partecipanti hanno esplorato la storia e la composizione del parco, dove natura e architettura convivono in un equilibrio studiato ma spontaneo. Dallo specchio d’acqua circondato da Taxodium,con le loro radici affioranti, al tempietto con l’acquario, ogni dettaglio ha offerto spunti per riflettere sul ruolo della luce come strumento di narrazione e valorizzazione.

Il workshop illuminotecnico al Parco
L’esperienza è iniziata nella piazza centrale antistante la villa, dove i partecipanti hanno potuto osservare l’effetto di quattro proiettori Ginko con ottica stretta da 2° e temperatura colore 3000K, utilizzati per mettere in risalto i medaglioni della facciata, raffiguranti temi legati all’industria e al benessere. Il fascio dei proiettori è stato poi orientato verso il campanile del Santuario di S. Orso, retrostante alla villa: un test che ha stupito per la capacità dell’ottica di mantenere precisione e intensità anche oltre i 200 metri di distanza, dimostrando il controllo della luce in contesti paesaggistici anche ampi e articolati.

Per gli archi sottostanti si è scelto di utilizzare gli incassi Quilatero, appoggiati a terra. La combinazione di ottica ellittica 14°x67° orientabile +20°, temperatura colore calda (2200K) e vetro mezzo serigrafato nero ha permesso di ottenere un effetto controllato sulla struttura: solo gli archi sono illuminati, senza dispersioni nè abbagliamenti, con una resa che restituisce profondità e leggibilità ai volumi architettonici.

Ai lati della piazza, due bollard Olo con corpo in legno teak e emissione semicircolare a 180° sono stati impiegati per illuminare il camminamento attorno alla vasca, evitando la dispersione luminosa sulla vegetazione perimetrale.

In questo contesto è stata sperimentata una versione del bollard dotata di sistema a doppia emissione, che ha permesso di testare l’alternanza tra luce funzionale a 3000K e luce di cortesia a 2200K, mostrando la possibilità di modulare l’atmosfera in base alle diverse esigenze di fruizione dello spazio.



A completare la scena, due Pivot B con picchetto e testa doppia orientabile sono stati scelti per valorizzare la vegetazione monumentale: il tronco e la chioma della palma e Taxodium a lato della villa, osservando come la luce possa modellare la percezione del verde.
Proseguendo lungo il camminamento verso la cappella, lo sguardo si apre su uno scorcio dove i paletti Intono B a 2200K in finitura cor-ten sono stati posizionati per illuminare il passo. La luce asimmetrica guida il camminamento con discrezione, mentre il design minimale e la tonalità materica dialogano con le geometrie della struttura, creando un equilibrio visivo coerente e raffinato.

All’interno della cappella ottocentesca, due Lyss Mini in finitura cor-ten con ottica trasparente 8°x160° sono stati disposti nelle nicchie laterali per illuminare in radenza le concavità con una luce calda, esaltando tridimensionalità e materia

Per le nicchie dell’acquario, è stato scelto invece di sperimentare un uso atipico dei proiettori con sagomatore, orientando il flusso luminoso dall’esterno verso l’acqua. Qui quattro Ginko con Light Shaper, installati sopra l’acquario, hanno dato vita a una sperimentazione luminosa inedita.

L’impiego del sagomatore e di gobo personalizzati ha permesso di generare fasci sagomati — una lama di luce, un quadrilatero, sfere e triangoli colorati — visibili dalle nicchie. Il riflesso dell’acqua e il passaggio dei pesci nella luce hanno reso l’atmosfera ancora più poetica, trasformando lo spazio in un racconto immersivo, dove la luce guida lo sguardo e ne svela le profondità.
Un uso non convenzionale della luce, che ne rivela il potenziale espressivo nel valorizzare, al calare del sole, le unicità del contesto.



Nella zona del laghetto, per accompagnare lo sguardo lungo la riva sono stati disposti dei profili lineari Trevi con picchetti (2200K, ottica ellittica) che proiettano una luce radente, esaltando il filo d’acqua e i suoi riflessi.
Per le radici affioranti dei Taxodium, tra gli elementi più suggestivi dell’area, si è scelto di sperimentare una luce discreta e calda, affidata ai Pivot B (2700K, ottica zoom), naturalmente integrati nella vegetazione grazie alla finitura verde minerale.



Mentre, per illuminare le chiome degli alberi che sovrastano il laghetto, sono stati selezionati due Ginko 3.0 a 3000K, in grado di restituire il foliage autunnale con una luce morbida e calibrata, che ne valorizza le sfumature stagionali senza alterarne la naturalezza.
Il risultato è un equilibrio visivo che unisce terra, acqua e cielo, dove la luce diventa strumento progettuale e narrativo, capace di rivelare, al calare del sole, le unicità di ogni contesto.
Infine, all’ingresso, è stato inserito un proiettore Ginko con gobo personalizzato raffigurante un labirinto, pensato per stimolare l’interattività e invitare il visitatore a intraprendere un percorso di scoperta, dove la luce diventa segno grafico e guida sensoriale.

I workshop Luce&Light nascono con l’obiettivo di mostrare le potenzialità della luce nei progetti: non solo come mezzo per illuminare, ma come strumento per valorizzare volumi, texture e colori, creando scenari suggestivi dove estetica, funzionalità e sostenibilità dialogano in perfetta armonia.
Scopri il workshop ai Giardini della Marinaressa (Venezia)





